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Un mondo che non deve sparire

La ripulsa di quanto di valido c'è nella tradizione ha come conseguenza il non rendersi conto che è proprio la preservazione di quanto c'è di prezioso nell'antico a valorizzare e promuovere un luogo.

Nello stesso modo in cui certe cose (un gioiello, un'opera d'arte), acquistano un valore "aggiunto" se appartengono ad altri tempi, anche gli oggetti di uso quotidiano hanno più pregio e sono interessanti se, tramite la tessitura del tempo, portano impresse le memorie.

Pensiamo, tanto per fare qualche esempio, a quei piccoli capolavori artigianali fatti a mano, con cura, con amore e sapienza che sono tutto un inno anti-consumistico; realizzati per durare, per essere riparati e in ogni caso riutilizzati: oggetti "comuni" per fare il pane, portare l'acqua, contenere ogni genere di prodotto, insomma utili per vivere.

Pensiamo a tutte le belle strutture architeitettoniche in legno, o pietra naturale, archi e architravi, le soglie stesse delle porte e quelle dei balconi; il ferro battuto delle balaustre, brunito dal tempo e ornato dalla ruggine; i tetti delle case, ricoperti di lastre rocciose (chiànche), o di tegole marmorizzate dal muschio verde-argentato: fiorite come giardini pensili in miniatura, grazie ai semi dell'erba rampicanti, piantine grasse, margherite e bocche di leone, portati lì dal vento...

Una continua socializzazione - il saluto, il prendere in prestito, lo scambiarsi una chiacchiera... - resa possibile semplicemente da un'ingegnosa sorta di porta-finestra, tenuta chiusa, durante il giorno, nella sola parte inferiore tramite una particolarissima serratura, tutta in legno massiccio come la porta stessa, fatta a mano, chiamata tarèncle: nessun isolamento tra chi stava in casa e gli altri, nessun "appartamento"...

Al di sopra di quelle basse porte doppie, ancora ai tempi della mia mamma le ragazze, fingendo di "guardare il tempo" salutavano furtivamente il loro aspirante "zito" (fidanzato), - e sempre sopra quella mezza porta ritrovavano salvezza i gatti, inseguiti da monelli o da cani...

E ancora lunghe quanto interessanti potrebbero essere l'enumerazioni e le suggestioni... Rimandiamo ad altro luogo, e notiamo invece che oggi nei nostri paesini la tendenza è di sostituire, di rinnovare a tutti i costi, di "plastificare" e "alluminizzare", quando è invece il recupero delle forme e dei materiali l'idea intelligente. `.

Al di là dell'aspetto estetico, riferito ad una bellezza omogenea e originale, la conservazione e la preservazione rappresentano una scelta realmente vantaggiosa, sia da un punto di vista culturale, sia etico, individuale e socíale, sia economico - a breve, medio e lungo termine - in quanto, anche nella prospettiva di uno sviluppo turistico di qualità, sono queste le cose apprezzate e ricercate, non certo 1'omologazione e la modernizzazione selvaggia.

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